PNRR, SAN PAOLO AIUTA SOLO I COMUNI SETTENTRIONALI, MA I CONTI CORRENTI DEI MERIDIONALI NON LI DISDEGNA

 

Siamo alla versione 2.0 del vecchio cartello: “Non si affitta ai meridionali”. Ha proprio ragione Marco Esposito, su Il Mattino di oggi.

Che cosa succede? Succede che le fondazioni bancarie accorrono in aiuto dei Comuni per i bandi del PNRR, ma non di tutti… solo di quelli del nord.

Un andazzo che, dobbiamo dirlo, c’era già negli anni scorsi. Nel 2020, infatti, come leggiamo nell’articolo di Marco Esposito, “le fondazioni hanno erogato 950 milioni di euro in favore di iniziative di alto valore sociale, culturale, di ricerca”. Di questi, solo il 4,6% è arrivato al Mezzogiorno. Dunque, la presunta funzione ‘pubblica’ delle fondazioni, istituite negli anni Novanta, agisce solo in alcune aree dell’Italia, e tanto per cambiare questo non fa che aumentare i divari territoriali.

Ma veniamo a oggi. La torta è parecchio più grossa: in ballo ci sono i 70 miliardi destinati dal PNRR ai municipi. Anche in questo caso, a pesare sarà la maggiore o minore presenza delle fondazioni nei territori. Su 86 sparse in tutta Italia, solo 10 sono al sud.

E siccome c’è il solito vizio di fondo del PNRR , e cioè che non solo per le imprese ma anche per le opere pubbliche vale la regola dei bandi, chiaramente avranno gioco più facile gli enti meglio attrezzati, e meglio supportati dalle banche, per aggiudicarseli, sebbene l’intento del Recovery dovesse essere quello del riequilibrio territoriale. A prescindere, direbbe Totò.

Ma veniamo a un caso specifico, quello della Compagnia di San Paolo di cui ci racconta Marco Esposito.

La Compagnia di San Paolo ha le sue radici storiche a Torino, certo, ma ha un raggio d’azione ormai nazionale ed internazionale ed è la principale azionista (6,12%) della banca Intesa San Paolo che, tra l’altro, opera in quattro regioni del sud, pur rimanendo la vecchia insegna del Banco di Napoli. La Compagnia, inoltre, incassa i dividendi di Poste italiane, ENI, ENEL e altri.

Eppure, questa mastodontica fondazione ha deciso di rivolgere il suo aiuto sui bandi ai soli Comuni del Nord-Ovest: Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Dicendo pure: “Questo bando contribuisce a ridurre le disuguaglianze”. Oltre al danno, la beffa.

Ma il ridicolo si raggiunge con il nome stesso dell’iniziativa: “Next Generation We”. Avete letto bene, non è un refuso: non EU ma We, ‘noi’ in inglese. Insomma, “noi siamo noi e voi non siete nessuno”: giusto per parafrasare il Marchese del Grillo.

A questo punto i vertici della fondazione, e pure della banca, devono dire come stanno le cose.

Non che siano gli unici eh! Anche in Toscana si stanno orientando allo stesso modo. La Toscana patria di cotanti illustri politici e di quella Montepaschi che non trova pace… se non nelle casse dello Stato.

Ma la cabina di regia che dovrebbe monitorare settimanalmente l’attuazione del PNRR che fa? Dorme? Pretendiamo una spiegazione pubblica di questa vicenda a dir poco raccapricciante.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *