IL GRANO È NEL DNA DELL’ITALIA E VA SOSTENUTO, ANCHE CON LA CUN. INTERROGAZIONE A PATUANELLI

 

L’Italia, e il Mezzogiorno n particolare, ha tutte le carte in regola per garantire l’approvvigionamento di grano. Un grano, peraltro, tra i più salubri e nutritivi del mondo.

La crisi scoppiata tre settimane fa in Ucraina ci ha mostrato con tragica evidenza quanto sia indispensabile puntare sulla nostra agricoltura per limitare la dipendenza estera non solo in campo energetico ma anche alimentare.

Si tratta dunque di incentivare la produzione di grano, invertendo una politica poco lungimirante portata avanti per troppo tempo, e di garantire allo stesso tempo un reddito dignitoso agli agricoltori. Per questo al Ministro Stefano Patuanelli chiediamo con forza di tutelare i consumatori e i produttori da pericolose quanto imminenti speculazioni che potrebbero riguardare anche il grano duro, il quale non proviene dall’Ucraina. E al Ministro ho presentato un’interrogazione sottoscritta da diversi colleghi:

https://www.senato.it/…/18/Sindisp/0/1341182/index.html

Gli aumenti di prezzi di prodotti come pane, pasta, biscotti non sembrano pienamente giustificati. E quindi bisognerebbe capire come vengono distribuiti lungo la catena del valore.

Tanti produttori mi hanno riferito di avere il grano invenduto, perché non conviene. Siamo al paradosso. Su questi fenomeni dovrebbe vigilare il governo, oltre che riprendere seriamente mano al Piano cerealicolo nazionale (dello stesso MIPAAF) che raccomanda il potenziamento della produzione nazionale.

Per aiutare il nostro grano, poi, è necessario che la CUN (tavolo della commissione unica nazionale sul grano) divenga quanto prima da sperimentale a permanente.

La situazione di crisi ha, per ora, portato a più miti consigli anche gli industriali che, finalmente, dopo una ‘lunga assenza’ di 15 settimane, si sono presentati al tavolo. Ma bisogna fare un passo in più, e farlo al più presto!

Con la maggiore trasparenza garantita dalla CUN, anche i terreni marginali, troppo spesso abbandonati come dimostra anche la recente asta ISMEA, potranno diventare più redditizi e, insieme ad una revisione delle politiche di convergenza sugli aiuti, si potranno colmare i divari tra le varie regioni italiane.

 

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