Forza Italia, perno di un centrodestra moderato. Tajani eletto Segretario
Tajani è il nuovo segretario eletto all’unanimità dal Consiglio nazionale sino al prossimo congresso. Parte una nuova fase in cui il movimento si apre alla partecipazione di quanti hanno a cuore il bene comune. Chiunque potrà aderire e proporre idee diverse rispettando lo Statuto. Forza Italia camminerà con le proprie gambe per rafforzare la sua ispirazione cristiana, dare una dimora ai moderati e un futuro ai nostri giovani, senza smarrire quella vocazione alla rappresentanza. L’adesione al Ppe è il suo elemento di maggior forza e garanzia per i moderati in Italia e in Europa.
Nel 1994 Forza Italia diede accoglienza alle anime democristiane, liberali, socialiste e repubblicane, grazie all’ intuizione di un personaggio irripetibile come Silvio Berlusconi, fondatore scomparso poco più di un mese fa; oggi la sua vera eredità politica è quella di catalizzare tutte quelle forze che vagano al centro della politica per dare accoglienza ai moderati alla ricerca di un riferimento, senza smarrire quella vocazione alla rappresentanza.
Se il presidente Berlusconi seppe raccogliere le anime perse del pentapartito, Forza Italia potrebbe tentare almeno di ricomporre le diaspore di chi continua a far politica solo per sopravvivenza. Che senso hanno i partitini di Lupi, Toti o Brugnaro? Dove può approdare una federazione tra l’ UDC, Popolari uniti e Rotondi (esodato in FdI)? E’ utile abbandonare ad una deriva a sinistra Carfagna e Gelmini? Che senso ha non prestare attenzione ai tanti cattolici moderati delusi nel PD da una svolta a sinistra della Schlein? A chi tocca aver cura di accogliere i voti di milioni di italiani – in maggioranza del Mezzogiorno – delusi dal M5S? Poi ci sono da recuperare i voti della Lega che al sud ha perso gran parte del proprio consenso. E’ utile per i meridionali, e per il bene del nostro Paese, votare a favore di chi vuole l’Autonomia differenziata?
Un voto sempre più volatile
In un paese sempre più impoverito e diseguale, le domande che vengono dal bisogno delle persone devono trovare risposte, altrimenti è in ballo la tenuta democratica, gli elettori si rifugiano nell’astensionismo (molti di loro sono moderati) e il voto diventa sempre più volatile. Nel Molise alle ultime regionali ha partecipato il 47% degli elettori, ma in alcuni piccoli comuni l’affluenza non ha superato il 14%. Un dato molto allarmante che ci avvicina al paradosso di Robert Sabatier che sosteneva:
“C’è un’azione peggiore che quella di togliere il diritto di voto al cittadino e consiste nel toglierli la voglia di votare”.
Per quanto tempo potremo dire di aver vinto se alle elezioni non partecipa la maggioranza degli elettori?
C’è stato un tempo in cui la rabbia delle gente ha trovato terreno fertile nei populismi. Oggi, dopo la delusione dei populismi resta solo l’astensione come arma di protesta silente.
E Berlusconi, da leader lungimirante, ha sempre lanciato l’allerta astensionismo.
Come possiamo interpretare il fenomeno?
Siamo di fronte ad un inverno demografico, in cui livelli dei salari troppo contenuti rendono le famiglie più povere, con un minore potere d’acquisto delle classi medie e medio-basse dovuto alla corsa dell’inflazione che ha bruciato 90 miliardi di risparmi. Giovani e donne sono tenuti fuori dal mercato del lavoro. Tanti comuni dell’entroterra soffrono un progressivo spopolamento. Tutto ciò indebolisce la domanda interna, costringendo solo le imprese più capaci a rivolgersi alla domanda esterna, mentre altre sono in crisi, soffrono del calo dei consumi e di una tassazione elevata.
Siamo peraltro dentro uno scenario che ridurrà ulteriormente l’accesso al credito per imprese e famiglie.
La stretta effettuata dalle banche centrali, per domare l’inflazione, produce l’aumento del costo del denaro e l’incremento dei tassi che stanno mettendo in grosse difficoltà gli italiani a rispettare le scadenze dei mutui: a marzo il totale delle rate non pagate sfiorava i 15 miliardi di euro.
Rischio recessione?
C’è dunque un rischio recessione in Europa che può essere scongiurato solo se decolla il PNRR in Italia e se almeno il 40% delle sue risorse verrà investito al Sud per colmare quel divario storico nelle infrastrutture e nei servizi. E’ opinione diffusa di tutti gli economisti che il Paese riparte solo se riparte il Mezzogiorno.
Del resto, è proprio nel centro sud che insiste la percentuale maggiore di elettori di Forza Italia pari al 56% (dati Elezioni europee 2014 e 2019), qui il partito governa più regioni (Sicilia, Calabria, Basilicata e Molise) e in questa area trascurata del Paese è possibile il recupero di almeno un milione di elettori.
In un momento di forte difficoltà, in Basilicata, misure utili come il bonus gas hanno dato una boccata d’ossigeno a tante famiglie lucane. Nessuno lo aveva mai fatto prima!
Ma dobbiamo prendere atto che il Paese è cambiato. E, se da un lato presenta crescenti disuguaglianze, che l’Europa vuole aiutarci a superare offrendoci generose risorse, dall’ altro, rivela un diffuso bisogno di partecipazione nei territori.
Perchè c’è ancora bisogno di Forza Italia?
Tutti vogliono stare al centro, perchè protegge dagli estremisti, ma i tentativi d’imitazione neocentristi sono finora naufragati perchè solo Forza Italia continua ad avere nell’adesione al PPE il suo elemento di maggior forza. Una componente di centro moderata che si ispira al PPE serve anche alla premier Meloni per rafforzare il suo percorso in Europa.
Viviamo inoltre un tempo in cui le ideologie non ci sono più. Pur essendo figli di una storia dove coesistevano culture politiche differenti, per rilanciare il Paese oggi occorre “tornare alla Politica”, dunque agli interessi reali dei cittadini, senza necessariamente far coesistere visioni o schieramenti superati, ma proseguendo nel solco delle idee del presidente Berlusconi e allargando il più possibile la base degli iscritti. Qui troverete il link per aderire online.
Perchè l’arma pacifica per cambiare le cose, come amava ripetere il Presidente, è la partecipazione, il voto, non l’astensione. In questa nuova fase di rilancio, il movimento si apre proprio alla partecipazione di quanti hanno a cuore il bene comune.
Se si perde l’idea di bene comune la lotta politica diventa scontro per l’affermazione di sé e distruzione dell’avversario.
Durante i lavori del Consiglio è stato letto il messaggio della famiglia Berlusconi di ringraziamento e incoraggiamento a dirigenti e militanti del partito. La famiglia nella lettera ha invitato tutti a fare in modo di andare avanti sugli ideali del Cavaliere. Anche le scelte fatte nei palinsesti Mediaset confermano l’attenzione all’attualità e l’intenzione di dare voce e spazio a tutte le posizioni moderate di centrodestra e di centrosinistra.
Ecco perchè chi considera la storia di Forza Italia come quella di un partito decotto o in via di decozione compie un grosso errore politico! La fiducia nell’eredità dei progetti del fondatore rimane intatta ed è su questo che l’elettorato rimasto è FIDELIZZATO. Del resto, Forza Italia, per come nacque, sarà stata anche un’anomalia, ma fu un’intuizione che, sebbene non abbia compiuto tutta la sua rivoluzione liberale, ha trasformato profondamente la politica italiana senza mai sconfinare nell’avventurismo qualunquista. Ed ha, più di tutti, nel suo dna il pensiero di Einaudi che scriveva:
“Si dicono per definizione democratici o liberi i metodi che consacrano il diritto della maggioranza a governare e quello della minoranza a criticare, ma una maggioranza che sia tale soltanto perchè una legge l’ha trasformata da minoranza in maggioranza non può non eccitare ira ed avversione nel corpo elettorale. Affermare nelle leggi che il 40% equivale a più del 50% è dire cosa contraria a verità e spinge istintivamente l’elettore a votare per i partiti o gruppi di partiti che si siano dichiarati contrari al sistema. Può darsi che l’elettore manifesti il suo sdegno astenendosi dall’andar alle urne; ma il risultato è identico: rendere più facile la vittoria di coloro che si siano dichiarati contrari al sistema”.
Ruolo interclassista
Il ruolo del partito potrebbe essere una novità se è capace di incidere sul riscatto di tutte le classi sociali nel rispetto del valore della persona umana.
Forza Italia va avanti se non cerca eredi ma costruisce un’anima, se diventa una squadra forte e competitiva, in grado di restituire dignità ai nostri cittadini in ogni angolo del Paese, dialogando con tutti i corpi intermedi e interpretando il nuovo ruolo dettato dai tempi moderni.
Un ruolo interclassista, come in passato aveva saputo svolgere la Democrazia Cristiana, in cui le diverse classi sociali sanno riappacificarsi e convivere in un movimento politico che, grazie alle sue radici cristiane, all’ancoraggio nel PPE e alla sua classe dirigente, può contribuire efficacemente a risolvere i problemi del Paese e del Creato, in una prospettiva lunga.
La DC era un partito che trascorreva le sue giornate a contare le tessere e le serate a commentare le encicliche sociali della Chiesa.
Non occorre, dunque, rifare la DC, ma costruire un partito con le porte aperte che abbia in prospettiva la forza strutturale della DC e svolga il ruolo interclassista della DC, come la CDU ha saputo fare in Germania. Un partito che sappia volare alto per il bene del nostro Paese e il futuro dei nostri figli. Un partito che rifugga dalla propaganda, che in democrazia rappresenta il randello usato negli Stati totalitari..
Tante volte Forza Italia è stata descritta come un popolo di reduci, con i consensi ridotti a uno zoccolo duro di esclusiva proprietà del fondatore, ma resta un insostituibile presidio moderato. Lo dimostra il realismo politico: chi ha cercato sinora di lanciare delle opa al centro è rimasto deluso.
Questo significa, come dimostrano anche i sondaggi della Spagna, che il partito popolare continuerà ad essere partito cardine del sistema politico italiano ed europeo.
Dare una speranza ai giovani
E’ necessario lavorare molto per dare una speranza ai ragazzi affinché possano realizzare i loro sogni nel proprio territorio, per servire quella terra dove hanno affetto e radici. Perché continuiamo a sottostimare il capitale che le nuove leve, soprattutto laureate, potrebbero rappresentare per il Paese?
L’ultimo Rapporto annuale Almalaurea è desolante!
Il 28,6% delle persone giovani del Sud Italia migra verso il Centro e il Nord per affrontare il proprio percorso universitario. La migrazione per studiare all’università è spesso un processo irreversibile. Il 47,5% dei giovani del Sud lavora in un’area geografica diversa rispetto a quella di residenza. Secondo la London School of Economics, nel 2022 ogni 100 persone giovani in Italia, quasi 11 hanno deciso di lasciare il Paese.
Dal 2015 circa 50.000 giovani hanno deciso di lasciare.
Tajani neo-segretario eletto ad unanimità
Tajani è l’anima moderata ed europeista del partito, ne rappresenta la sua essenza in piena sintonia con l’identità e la storia di Forza Italia. Il curriculum di Tajani, fedelissimo di Berlusconi, è impeccabile. E’, dunque, il candidato naturale alla segreteria di un partito che rappresenta il PPE in Italia. Con la nuova classe dirigente saprà rivolgersi in maniera credibile all’elettorato di riferimento e a quello potenziale, che in questo momento è molto più ampio di quanto si creda. Basterebbe ascoltarlo.
Un partito vero, organizzato, strutturato ed ambizioso che con la guida di Tajani inizierà una fase, nella quale al centro ci sarà lo Statuto, l’organizzazione, le regole. Anche la guida, come ha ribadito il nuovo Segretario, sarà contendibile. Chiunque potrà aderire e proporre idee diverse, potrà fare un passo in avanti e misurarsi, sempre rispettando le regole.
Fisco, anziani, giovani, Sud e giustizia sono stati i punti su cui il Segretario si è soffermato in Consiglio.
Ma di cose e idee diverse ce ne sarebbero tante da proporre per costruire un progetto attrattivo, in particolare sull’ ambiente, sull’agricoltura, sui sistemi alimentari, sulla salute dei consumatori e sul divario di servizi e infrastrutture nel Mezzogiorno.
La nuova sfida è appena iniziata. Un grande in bocca al lupo ad Antonio Tajani e a tutta la squadra!
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