CIBI SINTETICI: DE BONIS (LIBERI AGRICOLTORI), SCONGIURARE RISCHIO ROTTURA TRA CIBO E NATURA. Audizione in Senato

CIBI SINTETICI.

“Se l’alimentazione sintetica e’ la nuova frontiera su cui si gestiranno molti dei prossimi rapporti internazionali, bene ha fatto il governo italiano ad aprire il dibattito su un tema cruciale per il futuro della nostra agricoltura in Italia e in Europa”.

Lo afferma l’On Saverio De Bonis – in un comunicato di Liberi Agricoltori – dopo l’audizione in Senato sul ddl alimenti e mangimi sintetici, in rappresentanza della Confederazione italiana Liberi Agricoltori.

“In audizione nelle commissioni IX e X abbiamo evidenziato che quando si rappresentano tante realta’ produttive che ogni giorno si scontrano con mille difficolta’ e in modo quasi eroico faticano per produrre cibo sano per le tavole dei consumatori italiani, la sola idea di dover sostituire la terra con i laboratori desta molta preoccupazione per le conseguenze di carattere sanitario, ambientale, socio-economico e culturale”, prosegue l’On De Bonis.

“Anche perche’ la sostituzione della carne tradizionale con la carne in vitro porterebbe alla cancellazione di molte tradizioni gastronomiche locali (dop e igp) che rappresentano la nostra cultura secolare e fanno dell’Italia un attore primario a livello mondiale, non solo dal punto di vista turistico. E’ in ballo tutto l’indotto collegato al settore primario”, rileva l’On De Bonis.

“Gli esperti consultati da Fao e Oms parlano di 53 potenziali pericoli che meritano di essere approfonditi”, spiega De Bonis, che precisa: “riguardano la trasmissione di malattie, le infezioni animali (zoonosi), la contaminazione microbica, la presenza di residui chimici e biologici. Senza considerare il rischio di deriva genetica nelle linee oggetto della proliferazione cellulare all’interno dei bioreattori. Industrializzare questi processi distruggerebbe nei cibi tutti i microelementi fondamentali per il nostro corpo. La carne per crescere in vitro  ha bisogno di ormoni e quegli ormoni poi restano nel prodotto finito che noi potremmo assumere”.

“Ne’ abbiamo bisogno di sradicare i nostri agricoltori dalle campagne. Sono loro i manutentori del territorio e dei nostri paesaggi rurali. In un momento in cui la preoccupazione per la salvaguardia della natura e’ uno dei segni del nostro tempo, allontanarsi troppo dalla natura, sfrattando l’uomo dalla terra, non ci aiuta a risolvere i problemi del nostro pianeta”, sottolinea De Bonis, che conclude: “Va scongiurato il rischio di rottura tra cibo e dimensione naturale perche’ il nostro cibo agricolo non e’ un bullone. Le strade per riformare i sistemi alimentari massificati e intensivi, sono altre. Le coltivazioni ecologiche saranno anche strade scomode e poco profittevoli per i grandi business e i grandi capitali internazionali che vogliono concentrare la produzione in poche mani monopolizzando l’offerta di cibo protetto da brevetti, ma sono strade che ci riconciliano con la natura e con il pianeta”. 

Video Audizione in Senato

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *